Goodbye Louis!
Varese, January 27th, 2020
Louis Nirenberg passed away yesterday in New York, he would have turned 95 on February 28th. A great loss for the “family”, as he was used to refer to the mathematicians community, who lost a founding father of the modern theory of partial differential equations and a referring person for Mathematics and Science: his own life.
Louis loved intensively Italy since the Fifties, and in particular Rome which he knew very well (I remember when he advised a taxi driver not to drive into a one way street close to the portico d’Ottavia).
He had a special connection with Varese and the University of Insubria. In fact, from the very beginning, at his arrival to town, he met incidentally the mayor and the rector of the University, an omen for the future.
Indeed, confined in a wheelchair, his main concern was that of not being able for long trips, and so deprived of an important part of his life: meeting colleagues and students: his friends.
In 2014 together with a few friends we could convince him to try anyway and he eventually accepted to come to Varese for a workshop in his honour and for the opening of the Riemann International School of Mathematics, at the University of Insubria, villa Toeplitz - Varese.
That travel, as he told me later several times, changed his life since he realised of being able to travel again: in 2015 to Oslo, as recipient of the prestigious Abel Prize, shared with John Nash, the last of a long list.
He was then back to Italy a few more times in Rome, Pisa, Perugia and back to Varese in July 2017. Recently he pointed out to me that it was the most beautiful moment before the illness got worse and his overall conditions unstable. That was the last trip.
Though resigned to give up travelling and having compromised sight, he kept on contacts all around the world by email, since he was not enthusiast of long phone calls. In such a way he continued to advise people, give useful suggestions and references, besides many other interests outside mathematics such as art, music, cinema and gourmet cooking.
In spite of his advanced age, he did not exempt from giving his contribution, and recently he accepted to be part of the Riemann Prize committee and brought in the committee his willingness and wisdom, and moreover apologising for not doing enough.
Louis had a great sense of humor, always suitable for the situation, a deep respect for Humanity and Science: he was used to say he could not resist to tell jokes and doing mathematics. Even during recent hard times he usually began the conversation by inquiring the others first. More than a generation has been taught a way of doing mathematics, a way which will last in the history through his monumental work. It is my personal belief that it is also important to have memory of the special man he was: an example to new generations sometimes focused on less significant aspects of research.
When questioned about religion, he used to answer that a few times he had good mathematical ideas sitting in a church…this respectful as well as meaningful way out in delicate circumstances was a characteristic of Louis and likely a teaching for all of us.
Goodbye Louis!
Daniele Cassani
Varese, 27 Gennaio 2020
Louis Nirenberg si è spento ieri a New York, avrebbe compiuto 95 anni il 28 Febbraio. Una grande perdita per la “famiglia” di matematici, come abitualmente amava rivolgersi, che ha perso uno dei padri fondatori della moderna teoria delle equazioni alle derivate parziali e un punto di riferimento per la Matematica e la Scienza, tutta la sua vita.
Louis ha amato molto l’Italia, fin dagli anni cinquanta e in particolare Roma che conosceva bene (ricordo quando una volta avvisò un taxista di un senso unico vicino al portico d’Ottavia).
Recentemente instaurò un legame speciale con Varese e l’Università degli Studi dell’Insubria fin dal suo arrivo, quando la sera per caso incontrò al ristorante l’allora sindaco e il magnifico rettore, un presagio dei tempi a venire.
Infatti, dopo essere stato costretto alla sedia a rotelle, il suo grande rammarico era di non poter più affrontare lunghi viaggi, sentendosi privato di una parte importante della sua vita: viaggiare e incontrare colleghi e studenti, i suoi amici.
Nel 2014 insieme ad un gruppo di amici riuscimmo a convincerlo a tentare e accettò di venire a Varese in occasione di un workshop in suo onore per l’apertura della Riemann International School of Mathematics presso l’Università dell’Insubria nella sede di villa Toeplitz - Varese.
Quel viaggio, mi disse poi in più occasioni, gli cambiò la vita e riprese infatti a viaggiare, l’anno successivo a Oslo per ricevere, insieme a John Nash, il prestigioso premio Abel, l’ultimo di una lunga serie.
Ritornò poi in Italia più volte tra Roma, Pisa, Perugia e ancora a Varese nel luglio 2017: come recentemente ricordava, fu il momento più bello prima dell’aggravarsi della malattia, a cui seguirono alti e bassi. Quello fu l’ultimo viaggio.
Anche se rassegnato a non viaggiare più e con la vista compromessa, manteneva contatti con tutto il mondo via email, non amando troppo le lunghe telefonate, dando consigli, preziosi suggerimenti e riferimenti bibliografici oltre a condividere i suoi molti interessi al di fuori della matematica tra arte, musica, cinema e buona cucina.
Nonostante l’età avanzata non si esimeva dal dare il suo contributo con grande impegno e coraggio, come recentemente mostrato nell’accettare di far parte del Riemann Prize committee ed animando i lavori con grande operosità e saggezza oltre a scusarsi perché avrebbe voluto fare di più.
Louis aveva un grande senso dell’umorismo, sempre misurato alla situazione, un profondo rispetto dell’Uomo e della Scienza: diceva sempre che non riusciva a resistere a raccontare barzellette e a fare matematica.
Anche nei momenti per lui difficili era capace di aprire le conversazioni interessandosi prima degli altri.
A più generazioni ha insegnato un modo di fare matematica che rimarrà nella storia attraverso il suo lavoro monumentale ma credo altrettanto importante sia ricordare la figura dell’uomo speciale che è stato e che serva da esempio alle nuove generazioni a volte distratte da aspetti meno significativi della ricerca.
Alla domanda se fosse religioso era solito rispondere che più di una volta gli capitò di avere una buona idea matematica stando seduto in una chiesa...questo modo rispettoso e allo stesso tempo significativo di reagire alle circostanze era un tratto distintivo di Louis e forse un insegnamento per tutti.
Goodbye Louis!
Daniele Cassani